23 febbraio 2012

Robot come gli umani. Dalla fantascienza alla realtà.

  1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
  2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
  3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.
Quelle che state leggendo sono le tre leggi della robotica, elaborate negli anni quaranta del secolo scorso ed esposte per la prima volta da Isaac Asimov, considerato uno dei più grandi scrittori di fantascienza. Con i suoi romanzi è precursore di molti aspetti attuali ma soprattutto futuri di esseri umani e macchine dotate di una coscienza propria. Un futuro, che sta diventando realtà con una velocità sempre più sorprendente.

La patria della robotica moderna è certamente il Giappone, dove si concentrano i maggiori studi, investimenti e soprattutto, realizzazioni concrete. A fianco di tradizionali macchine lavoratrici ed elettrodomestici, che comunemente chiamiamo robot, si progettano macchine dall’aspetto decisamente più antropomorfo, intelligenti, e sempre più simili a noi. Veri e propri androidi come nella fantascienza, con i quali in un prossimo futuro potremmo avere direttamente a che fare.

Vediamo allora alcuni filmati di questi nuovi androidi, dai modelli intelligenti a quelli dalle gradevoli sembianze femminili. Infine alcune scene dei film più significativi di questo genere.


Uno dei progetti più noti ed avanzati è quello dell’azienda nipponica Honda che ha realizato ASIMO, (acronimo di "Advanced Step in Innovative MObility). Si tratta di un robot antropomorfo, alto 1,30 m, con l’aspetto di un astronauta col casco. Ma la sua potenzialità non sta tanto nell’aspetto esteriore, quanto invece nelle sua capacità tecniche. E’ dotato di elevate capacità motorie, in tutta autonomia è in grado di camminare, correre, ballare, salire e scendere le scale, compiere azioni complesse come quelle richieste da uno sport, come giocare a giocare a calcio o a baseball, o competenze musicali, come suonare uno strumento o dirigere un orchestra. Tra le sue abilità cognitive, è in grado di riconoscere voci, persone, espressioni del volto e movimenti, e di rispondere di conseguenza.








Altri progetti invece, si focalizzano maggiormente sull’aspetto esteriore, cercando di realizzare robot perfetti dal punto di vista estetico e della mimica facciale, robot che potrebbero venir scambiati per umani. E’ questo il piano degli Actoid, androidi dall’aspetto umano, in genere dalle sembianze femminili. Ideato in collaborazione con l’università di Osaka, di questo tipo ne sono stati sviluppati diversi modelli. Possono mimare le funzioni tipiche di un essere umano, come le espressioni facciali, il parlare ed il respirare. Alcuni modelli sono dotati di capacità interattive, come riconoscere il parlato e rispondere a tono.






La bellezza di alcuni modelli è tale che in Giappone alcuni pensano già ad un loro risvolto commerciale. Si ipotizzano già infermiere robotizzate, badanti robot per i più anziani, e fidanzate virtuali... in chip e silicone!


L'"infermiera" in fase di programmazione e istruzione


Presentazione dei risultati


Negli USA si lavora invece alla realizzazione di computer intelligenti, cervelli elettronici simili a quello umano. Se ne sta occupando la storica e nota azienda di informatica, la IBM, in collaborazione con quattro università americane, in quello che è definito “progetto SyNapse”. L’obiettivo e quello di realizzare processori di nuova generazione. Si tratterebbe di un modello nuovo, intelligente, in grado di ragionare, apprendere e memorizzare le esperienze. Il nuovo modello è definito chip neurale, perché simula le cellule sinapsi e cellule neuronali di un cervello vero. L’intento finale non è solo quello di avere un nuovo processore migliore degli altri, ma quello di metterne assieme e farne interagire una certa quantità. Il risultato finale avrà le dimensioni di una scatola di scarpe, e un numero di “neuroni” simile a quello umano.
Già si parla allora di “Hal 9000”, il noto computer dotato di intelligenza artificiale di "2001 - Odissea nello spazio", che potrebbe diventare realtà. Chissà. La leggenda vuole che il nome di Hal citi segretamente l'Ibm, visto che nell'alfabeto H, A e L sono le tre lettere che precedono rispettivamente I,B e M.

La preoccupazione che alcuni si fanno tuttavia è che l’umanità, invece di ritrovarsi con “Hal 9000” di "2001 - Odissea nello spazio", si ritrovi per le mani “Skynet” della serie “Terminator”. Dopotutto, il principale finanziatore del progetto è il Darpa, l'agenzia di ricerca scientifica della difesa americana.


Dopo aver visto la realtà, passiamo ora alla parte dedicata alla fantasia, quella legata alla fantascienza, con qualche piccola citazione cinematografica.

Partendo dai film più recenti, ma strettamente legati a quanto detto, perché ispirati ai romanzi di Isaac Asimov, possiamo prenderne in considerazione due. Reinterpretazioni del tutto libere, in senso action il primo, in tono sentimentale il secondo.

Io, Robot (I, Robot) è un film del 2004 diretto da Alex Proyas, con l’attore Will Smith nel ruolo di protagonista. Libera reinterpretazione dell’antologia di racconti Io, Robot di Isaac Asimov, di cui riprende le tre leggi della robotica.




L'uomo bicentenario (Bicentennial Man) è un film del 1999 diretto da Chris Columbus, basato sull'omonimo racconto di Isaac Asimov, con l’attore Robin Williams nel ruolo di protagonista.



Due pietre miliari della fantascienza e della robotica fantastica. Blade Runner e Metropolis.

Metropolis (Metropolis) è un film del 1927 diretto da Fritz Lang. Ambientato un centinaio di anni nel futuro, nel 2026, è considerato il precursore del cinema fantascientifico moderno, nonché una delle massime espressioni della cinematografia espressionista. Lang ipotizza un futuro dominato dalla divisione in classi sociali, dove i ricchi vivono negli sfavillanti grattacieli di Metropolis, mentre i poveri e gli operai sono confinati nei bassifondi. A capo di tutto vi è un imprenditore-dittatore, che vive in cima al grattacielo più alto. Ma ad un certo punto viene creato un robot dalle sembianze umane. Costato oltre 5 milioni di marchi dell'epoca, è ritenuto un colossal di quel tempo.



Blade Runner è un film del 1982, diretto da Ridley Scott, con l’attore Harrison Ford nel ruolo di protagonista. E’ Ambientato in una Los Angeles distopica dell'anno 2019, dove la tecnologia ha permesso la creazione di esseri analoghi agli umani, detti "replicanti", destinati all'utilizzo come schiavi, dotati di capacità intellettuali e forza fisica estremamente superiori alla norma, ma con una longevità limitata a pochi anni. Ad un certo punto viene richiamato in azione il poliziotto Rick Deckard, agente dell'unità speciale Blade Runner.
Una delle scene finali,(che sarebbe meglio vedere insieme a tutto il film), con il famoso monologo finale del replicante, una delle scene più note considerata cult


Del film ne sono state realizzate diverse versioni. L’ultima è la “The Final Cut” del 2007. Oltre alle modifiche nella trama e di alcune scene già introdotte nelle precedenti versioni, si caratterizza nel proporre una pellicola completamente restaurata e rimasterizzata in alta definizione digitale.


Parlando dei robot più famosi, tra questi ci sono sicuramente quelli della saga di ”Star Wars/Guerre Stellari” e della serie di “Terminator”.

In ”Star Wars/Guerre Stellari”, la serie ideata e diretta da George Lucas incontriamo due robot molto noti al grande pubblico.
D-3BO/ C-3PO è il robot protocollare antropomorfo creato dal giovane Anakin Skywalker. R2-D2/ C1-P8 è un astrodroide in grado di interfacciarsi con ogni sorta di computer. Il doppio nome deriva dal fatto che nella trilogia originale degli anni ’70 e ’80, nella versione italiana durante il doppiaggio hanno deciso di modificare il loro nome, mentre nella trilogia recente è stato mantenuto il nome originale, anche se nella traduzione italiana perde parte del senso. Ad esempio, il suono emesso pronunciando "R2" in inglese, assomiglia a quello pronunciando "Arthur".



Nel 1984 arrivano i cattivissimi “Terminator”, che entreranno con gran facilità nell’immaginario collettivo.

Terminator (The Terminator), e Terminator 2 - Il giorno del giudizio sono due film, rispettivamente del 1984 e del 1991, entrambi diretti da James Cameron. In entrambi, cosi come nel terzo che però è diretto da Jonathan Mostow, e presente nel ruolo di “terminatore” (buono o cattivo) Arnold Schwarzenegger, ruolo a cui nell’immaginario collettivo rimarrà molto legato.




Abbanonate le suggestioni e la regia di James Cameron, nel terzo capitolo la storia viene ripetuta, ma con una sexy e letale terminator al femminile, interpretata da Kristanna Loken.


Nel 2009 la serie viene ripresa e ampliata con Terminator Salvation diretto da McG, e con due nuovi noti attori principali, Christian Bale e Sam Worthington. Siamo nel 2018, e non è stato possibile evitare il tanto temuto “giorno del giudizio”. Le macchine hanno acquisito la tanto paventata autocoscienza. In un suggestivo mondo postbellico e apocalittico, dominato dalle macchine, John Connor guida la resistenza umana contro Skynet.



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